Bramo
Moderatore SPIETATO
Città: Casalpusterlengo
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Inserito il - 27/03/2010 : 18:37:35
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Il Teatro Degli Orrori
“Musica per la testa e non per i piedi!” (Pierpaolo Capovilla, leader del gruppo) Questa è un po’ la frase simbolo di questa band tutta italiana, che si propone di coniugare la bellezza della lingua italiana con un sound decisamente rock nel senso più vero e duro del termine. Insomma, musica senza compromessi di nessun tipo che con un suono potente e incalzante costringe l’ascoltatore a riflettere sulle brutture della nostra società e dell’essere umano della contemporaneità. Con un malcelato senso di boria Capovilla e gli altri criticano tutto quello che secondo loro fa schifo nel mondo di oggi e che guardacaso è invece osannato dalla maggioranza delle persone. Si ergono al di sopra di tutto ciò e ci sputano addosso con il loro rock aggressivo. E con i testi, sempre intelligenti, sempre sopra le righe, sempre ironici e stranianti, sempre striscianti e da ascoltare con grande attenzione. Canzoni come L’Impero delle Tenebre, Carrarmatorock, Vita Mia, Compagna Teresa, Scende la Notte, Il Turbamento della Gelosia ben comunicano queste sensazioni di disagio umano, con persone allo sbando, semplicemente sbagliate. E sono tutte contenute nel primo album della band, Dell’Impero delle Tenebre, che tra le sue tracce contiene alcuni capolavori come le canzoni che ho citato poco sopra (Vita Mia e Il Turbamento della Gelosia sono dei must, come la non ancora citata ma meravigliosa La Canzone di Tom) Nel secondo lavoro, uscito qualche mese fa, intitolato A Sangue Freddo, i temi di forte denuncia sociale sono ancora presenti, l’esempio più lampante è proprio nella title-track che denuncia l’uccisione senza regolare processo di Ken Saro Wiwa, poeta nigeriano scomodo, e lo fa con un’intensità, una rabbia, una frustrazione che sono palpabili e che rendono questa canzone una delle più belle e incisive che io abbia mai sentito. Quando dice “Bugiardi dentro, fuori assassini, vigliacchi in divisa, generazioni intere ingannate per sempre a sangue freddo” assume i contorni dell’inno vero e proprio. Poi il Teatro ti sa stupire con la prima traccia che è lentissima, zero rock, ma con un andamento così inquietante che riesce a trasmetterti il concetto di amore con un’ansia dovuta all’attesa senza fine del ritorno a casa dell’amata veramente incredibile! L’amore, visto sotto una luce inusuale, è più presente in questo nuovo album, anche in Due per esempio, dove si vede la fine di un rapporto dalla parte della donna. O in Direzioni Diverse, dove la base è a sorpresa elettronica! Mai Dire Mai sta lì ancora a denunciare la nostra società e così Il Terzo Mondo. Il complesso (io ancora non l’ho capito del tutto) concetto di religione e dell’esistenza di Dio, già accennato nel primo album in canzoni come Maria Maddalena, qui viene esplorato ermeticamente in Padre Nostro, che riprende e amplia le parole della preghiera.
Insomma, una band per niente commerciale e che nemmeno vuole esserlo. Per niente, disprezzano troppo la realtà per essere invischiati nell’ipocrisia del successo. Se negli anni ’90 la rivoluzione rock italiana (per quello che conosco io) erano stati i miei amati Afterhours, nel nuovo millennio l’ideale testimone di novità (gli After ancora sono in attività e ancora li seguo con passione, chiaramente, ma sono qualcosa di diverso dagli esordi per vari motivi) sembra essere preso dal Teatro Degli Orrori, che vuole scrollare fuori dal torpore in cui gli italiani in generale sono e gli ascoltatori di musica in particolare amano crogiolarsi.
"... che per un pezzo che soffrivo lo stress 'fanculo m'hai scambiato per un'altra boyband!" "Io sto bene"
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