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V I S U A L I Z Z A D I S C U S S I O N E |
Bramo |
Inserito il - 29/03/2010 : 20:20:30 Ho conosciuto questa band grazie al pezzo inserito nella compilation costruita dagli Afterhours "Il paese è reale". In quell'occasione presentavano Gente di Merda, una canzone che mi aveva decisamente colpito per le parole del testo. Qualche giorno fa sono incappato in una recensione positiva del loro nuovo album, e incuriosito ho ascoltato il suddetto. "Andate Tutti Affanculo" è l'irriverente titolo del cd, che pur con qualità altalenante nelle sue dicei tracce mi ha conquistato decisamente. La particolarità del gruppo, che ho colto perlomeno in questo lavoro, è che volontà di uscire dagli schemi del finto buonismo con testi graffianti, cinici e ironici. Ma al contrario del Teatro Degli Orrori, in cui la stessa denuncia sociale è fatta con altezzosità e la boria di chi si sente superiore allo schifo che si critica, gli Zen Circus si calano loro malgrado nel calderone di perversioni, brutture e bassezze che evidenziano. E nella stessa situazione di tutti gli altri personaggi che criticano, additano al malcostume (che in tanti modi e in tanti personaggi si identifica) con la cxonsapevolezza di esserci dentro e - perchè no - di esserne anche parte attiva, benchè non volontariamente e/o consapevolmente. Anche musicalmente non siamo sui livelli del rock duro e senza compromess tipico del Teatro Degli Orrori, ma più in un rock più melodico (stile Velvet dell'omonimo album) che in alcune tracce in particolare sa prendere una via dal sound più sostenuto. Canzoni notevoli sono le prime 3, soprattutto la seconda (Vecchi Senza Esperienza, sul cambio di mode e consuetudini) e la terza, che è per me probabilmente il capolavoro del disco: It's Paradise, in un'amabile constatazione della morte. Spiccano poi Vuoti a Perdere (cantata con Nada), Andate Tutti Affanculo, Gente di Merda (con arrangiamento diverso dalla versione inserita ne "Il Paese è reale", e qualche parola cambiata) e l'insolita e ironica Canzone di Natale, in cui vedo una citazione al racconto "L'Ultimo Capodanno dell'Umanità" di Niccolò Ammaniti, cambiando la festività dal Capodanno al Natale.
Ritmi pop-rock che spesso e volentieri nelle seconde parti di alcune canzoni sanno virare verso un rock più duro e sostenuto collegati a testi inusuali, divertenti e che spingono a riflettere: un impasto che lascia straniti ma anche contenti di aver sentito una boccata d'aria fresca nel panorama musicale italiano.
"... che per un pezzo che soffrivo lo stress 'fanculo m'hai scambiato per un'altra boyband!" "Io sto bene" |
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